Riforma del TUF: nuove regole per gestori, investitori e Autorità di vigilanza

È stato pubblicato lo schema di decreto legislativo di riforma del Testo Unico della Finanza, in attuazione della Legge n. 21 del 2024. Si tratta di un intervento organico che mira a rafforzare la competitività del mercato dei capitali italiano, aggiornando la disciplina degli organismi di investimento collettivo, ampliando gli strumenti a disposizione degli operatori e migliorando la chiarezza e la trasparenza regolatoria.
Uno degli elementi più innovativi del provvedimento è l’introduzione della società di partenariato, una nuova forma di OICR societario destinata alle operazioni di private equity e venture capital. La nuova struttura sarà riservata agli investitori professionali, dovrà avere un oggetto esclusivo di investimento e potrà essere articolata in comparti, con separazione patrimoniale tra le diverse strategie. L’autorizzazione alla costituzione spetterà alla Banca d’Italia, sentita la Consob, mentre non saranno ammessi conferimenti in natura. L’obiettivo è favorire veicoli più flessibili e competitivi, capaci di attrarre capitali e sostenere l’economia reale.
Un altro pilastro della riforma è la creazione di un registro per i gestori “sotto soglia”, istituito presso la Banca d’Italia. Si tratta di un regime semplificato per SGR, SICAF e società di partenariato che gestiscono fondi chiusi con patrimonio inferiore a 100 milioni di euro (o 500 milioni in assenza di leva finanziaria e con lock-up di almeno cinque anni). L’iscrizione al registro comporterà l’obbligo di rispettare specifiche regole di condotta e di trasparenza, garantendo al contempo una vigilanza proporzionata alla dimensione e alla rischiosità dell’attività svolta.
Il decreto attribuisce inoltre alle Autorità di vigilanza poteri più mirati. La Banca d’Italia potrà fissare limiti di leva e intervenire in caso di rischi sistemici, con la possibilità di richiedere informazioni, convocare i gestori o disporre ispezioni, ma solo in presenza di fondati motivi o situazioni di rischio concreto. Consob e Banca d’Italia dovranno inoltre istituire archivi informatici pubblici contenenti norme, orientamenti e linee interpretative, e disciplinare in modo trasparente la procedura per la presentazione di quesiti preventivi da parte degli operatori. È prevista la possibilità di pubblicare le risposte di interesse generale, con l’obiettivo di assicurare uniformità applicativa e certezza del diritto.
Tra i principi di fondo della riforma trovano spazio anche la promozione dell’educazione finanziaria, la valorizzazione dello sviluppo sostenibile e la gestione dei rischi informatici. Il glossario del TUF viene aggiornato introducendo nuove definizioni, in linea con il Regolamento europeo sull’intelligenza artificiale, a conferma della crescente attenzione verso la digitalizzazione e la sicurezza dei sistemi finanziari.
Completano il quadro le disposizioni sulla revoca dell’autorizzazione e sulla gestione della crisi dei fondi o dei comparti, con un rafforzamento della cooperazione tra Banca d’Italia e Consob per assicurare la continuità e la tutela degli investitori.
La riforma del TUF rappresenta dunque un passaggio strategico per modernizzare l’architettura della finanza italiana, ridurre gli oneri amministrativi, ampliare le possibilità di investimento e garantire maggiore chiarezza interpretativa per tutti gli operatori del mercato.



