Test sierologici per i lavoratori? Decide il medico
Il Garante Privacy ha chiarito, con delle FAQ pubblicate il 14 maggio, che il datore di lavoro non può imporre autonomamente ai lavoratori di sottoporsi a test sierologici. Il tema, tra i più delicati e dibattuti nell’ultimo periodo, specie alla luce della graduale ripresa di gran parte delle attività produttive che necessitano di essere svolte in sede, o che comunque presentano particolari rischi in ragione dei rapporti col pubblico, trova quindi un “punto di caduta” nella valorizzazione del ruolo del personale medico.
Precisa difatti il Garante che “Solo il medico del lavoro (…), nell’ambito della sorveglianza sanitaria, può stabilire la necessità di particolari esami clinici e biologici. E sempre il medico competente può suggerire l’adozione di mezzi diagnostici, quando li ritenga utili al fine del contenimento della diffusione del virus, nel rispetto delle indicazioni fornite dalle autorità sanitarie, anche riguardo alla loro affidabilità e appropriatezza”.
Ulteriori puntualizzazioni sono state fornite dal Garante in ordine alle informazioni sanitarie trattabili dal datore di lavoro in ragione dell’emergenza sanitaria: si chiarisce che gli unici trattamenti per lui ammessi in tale ambito sono quelli de i dati relativi al giudizio di idoneità del lavoratore alla mansione svolta, e alle eventuali prescrizioni o limitazioni che il medico competente può stabilire.
Il tema degli screening sanitari sui lavoratori costituirà oggetto di esame di due distinte iniziative di Paradigma in programma nelle prossime settimane: Salute e sicurezza sul lavoro nel “post lockdown” (21 e 22 maggio 2020) e GDPR Compliance nel contesto emergenziale (27 e 28 maggio).
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