Materie prime: i prezzi in continuo rialzo destabilizzano le attività produttive e il quadro economico generale.
La situazione di crisi internazionale legata all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, unitamente agli altri fattori che già prima del sopraggiungere di questa stavano determinando una situazione di obiettiva scarsità sui mercati di taluni beni, rende ormai estremamente elevata l’instabilità dei prezzi delle materie prime, che hanno conosciuto nella scorsa settimana rialzi senza precedenti. Il Sole 24 Ore, in un articolo dello scorso venerdì, titolava “Materie prime record: mai una settimana così, nemmeno negli anni ’70”, così sintetizzando, in maniera sicuramente inequivoca, il quadro complessivo con il quale Stati, operatori economici, imprese si trovano a doversi confrontare nell’attuale fase. I rincari delle materie prime determinano inevitabilmente un effetto domino su produzione e distribuzione dei beni, e pongono l’esigenza, in moltissimi casi, di rivedere assetti negoziali in essere per adeguarli al mutato contesto in cui ci si trova ad operare.
Tra i settori più incisi dal fenomeno descritto (ma sarebbe davvero arduo individuare i settori indenni) vi è sicuramente quello degli appalti, che non a caso (con riferimento agli appalti pubblici), ha visto il susseguirsi di una serie di interventi ad hoc del legislatore, ultimo dei quali, con il D.L. n. 4/2022, quello statuente l’obbligo di inserire, in ogni tipologia di commessa, meccanismi di revisione prezzi in grado di preservare l’equilibrio contrattuale, a fronte di sopravvenute variazioni degli stessi.
Il tema sarà oggetto dell’evento di approfondimento “Maggior costo delle materie prime e conseguenze sui rapporti contrattuali” organizzato da Paradigma per il 30 marzo prossimo.
